Coronavirus: Tampone, Co2 emessa e cibo
- Riccardo Di Cesare
- 11 mar 2020
- Tempo di lettura: 7 min

Coronavirus
I Coronavirus (CoV) sono un’ampia famiglia di virus respiratori che possono causare malattie da lievi a moderate, dal comune raffreddore a sindromi respiratorie come la MERS (sindrome respiratoria mediorientale) e la SARS (sindrome respiratoria acuta grave). Sono chiamati così per le punte a forma di corona che sono presenti sulla loro superficie.
I coronavirus umani conosciuti ad oggi, comuni in tutto il mondo, sono sette, alcuni identificati diversi anni fa (i primi a metà degli anni Sessanta) e alcuni identificati nel nuovo millennio.
Coronavirus umani comuni
1 - 229E (coronavirus alpha)
2 - NL63 (coronavirus alpha)
3 - OC43 (coronavirus beta)
4 - HKU1 (coronavirus beta)
Altri coronavirus umani
5 - MERS-CoV (il coronavirus beta che causa la Middle East respiratory syndrome)
6 - SARS-CoV (il coronavirus beta che causa la Severe acute respiratory syndrome)
7 - SARS-CoV-2 (il coronavirus che che causa la COVID-19)
Il 9 gennaio 2020 l'OMS ha dichiarato che le autorità sanitarie cinesi hanno individuato un nuovo ceppo di coronavirus mai identificato prima nell'uomo, provvisoriamente chiamato 2019-nCov e classificato in seguito come SARS-CoV-2. Il virus è associato a un focolaio di casi di polmonite registrati a partire dal 31 dicembre 2019 nella città di Wuhan, nella Cina centrale.. L'11 febbraio, l'OMS ha annunciato che la malattia respiratoria causata dal nuovo coronavirus è stata chiamata COVID-19 (Corona Virus DISEASE)
Cos'è il Tampone per il Coronavirus?
Il test per il #coronavirus 🦠 è un normale tampone faringeo. Un esame di routine per i laboratori, che si esegue rapidamente e senza nessun fastidio per il paziente. Altro non è che un bastoncino con una punta rivestita di cotone. Il medico lo introduce manualmente nella faringe e preleva un campione di muco e saliva presenti naturalmente nella gola. Il bastoncino viene poi immerso in un gel per la conservazione e inviato al laboratorio per l’analisi. Altri tipi di campioni che è possibile prelevare sono quelli nasali e quelli delle basse vie aeree, ottenuti tramite un lavaggio bronco alveolare. Il tampone viene spesso eseguito due volte, per ulteriore conferma.
Lo scopo principale del test è quello di rilevare la presenza del virus nelle secrezioni dell’organismo. Una volta prelevato, il tampone viene sottoposto a un test molecolare che ricerca l’RNA del coronavirus Covid-19 attraverso una tecnica che si chiama “reazione a catena della polimerasi“ (PCR), grazie alla quale è possibile amplificare l’RNA virale moltiplicandolo fino a renderlo visibile. La presenza dell’RNA virale è quasi sempre una conferma della presenza del virus nell’organismo anche se possono essere possibili dei falsi negativi.1)Il primo approccio con i test sui tamponi per il coronavirus viene fatto da uno dei tanti laboratori di analisi abilitati presenti sul territorio.2)C’è poi il secondo livello di screening che ha come riferimento i centri di eccellenza come l’Ospedale Sacco di Milano e lo Spallanzani di Roma.3)La conferma definitiva viene però rilasciata solo dall’Istituto Superiore di Sanità, al quale vengono inviati i tamponi.I tempi per ricevere il risultato di un tampone per coronavirus ad oggi richiede dalle 4 alle 6 ore. Si stanno però mettendo in campo nuove tipologie di test che potrebbero dare un risultato anche in 60 minuti.Il tampone per il coronavirus è coperto dal Servizio sanitario nazionale e dunque è gratuito per il paziente che si sottopone al test. Ricordiamo inoltre che il tampone per coronavirus viene eseguito solo su quei pazienti che si sospetta possano aver contratto il virus e che quindi manifestano i sintomi.

Emissioni CO2, l'aria pulita è una buona notizia?
Le restrizioni imposte per contenere la diffusione del Covid-19 hanno ridotto le emissioni di inquinanti e di CO2. Ma di quanto? Al momento si può solo stimare, sulla base dei dati disponibili relativi alle tre principali regioni italiane — Lombardia, Emilia Romagna, Veneto — e misurato sulle settimane successive all’entrata in vigore dei divieti, comparato con quelle precedenti o dello stesso periodo nel 2019. Il traffico cala ovunque: autostrade, statali e città
Sulla rete autostradale il traffico è calato, nella settimana dal 25 febbraio al 4 marzo, del 18% in media (dati Aspi). Il traffico pesante è stato stabile con un leggero rialzo, anche perché sono aumentate le vendite online, mentre i veicoli leggeri hanno registrato un meno 20%. Meno auto anche sulle statali e in città.
La qualità dell’aria migliora
A pulire l’aria ci ha pensato il vento. Sui data Arpa Lombardia, confrontando la media degli inquinanti della la settimana precedente l’emergenza Coronavirus con quella successiva, dal 24 febbraio al 1 marzo, c’è stato un calo di monossido di carbonio, biossido di azoto, biossido di zolfo e Pm10 in tutte le città della Regione Lombardia.
Scuole chiuse: meno riscaldamento
Sono 15.481 le scuole fra statali e paritarie in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna che hanno chiuso completamente la prima settimana d’emergenza (poi molte hanno riaperto solo per attività di segreteria). Impossibile sapere con esattezza se tutte abbiano spento il riscaldamento, sappiamo però che lo hanno fatto in molti, come le 40 scuole di Ferrara e i 158 plessi della città metropolitana di Milano. Sulla base del consumo di gasolio, metano, e teleriscaldamento fatto dalla città metropolitana Milano in 155 scuole da metà ottobre a metà Aprile (115 milioni di kw/h termici) Ispra ha potuto calcolare una stima di minor emissioni di CO2 nelle tre Regioni in una settimana per un totale di 78.000 tonnellate. Dal 2 marzo tutte le 53.500 scuole (statali e paritarie) italiane sono chiuse: sono 7.682.635 gli studenti a casa.
Zone rosse: oltre 3500 aziende hanno sospeso l’attività
Nelle ex zone rosse di Lombardia e Veneto sono state 3.543 le aziende che hanno sospeso l’attività. Le dimensioni, le attività e i consumi sono molto diversi fra loro e quindi è impossibile calcolare la quantità di minor emissioni.
L’impatto sul traffico aereo
Dal 3 all’8 marzo gli scali milanesi di Malpensa e Linate hanno registrato la cancellazione del 50% dei voli (da 700 a 350 al giorno), per un totale di 2.100 voli (fonte Assaeroporti). La riduzione dei passeggeri, invece, è stata del 65%, ma è destinata ad arrivare all’80% nei prossimi giorni. A Fiumicino, invece, è stato cancellato il 21% dei voli, pari a 1.131 movimenti in meno, ma la percentuale salirà nei prossimi giorni al 45-50%.
Coronavirus: minor inquinamento, ma è una brutta notizia
Il totale quindi calcolato solo sulle tre regioni, relativo a una settimana di riscaldamenti spenti, due settimane di minor traffico automobilistico e aereo (ed esclusi i consumi di riscaldamento delle aziende chiuse) ammonta ad una minor emissione di CO2 per 428.000 tonnellate (qui tutti i dati ). L’equivalente delle emissioni annuali della centrale termoelettrica Ponti sul Mincio di Mantova, o di una città come Bergamo o Monza, oppure della circolazione di 450.000 auto che percorrono 11.000 km annui. Con le restrizioni estese su tutta Italia questo numero si alzerà in modo esponenziale. Almeno dal punto di vista della salute del pianeta è una buona notizia? Per quel che riguarda gli inquinanti sì, perché le concentrazioni sono state basse, per quel che riguarda i gas serra purtroppo no. L’incremento delle concentrazioni di CO2 in atmosfera, e quindi dell’effetto serra, ha memoria di quello che è avvenuto fino ad oggi: è un fenomeno che va valutato nel medio-lungo periodo e ha bisogno di politiche e misure di riduzione delle emissioni di tipo strutturale che tendono a modificare i consumi energetici nel tempo, e non nella congiuntura. Sappiamo, invece, che il costo umano e il disastro economico innescato dalla malattia, potrebbe rendere ancora più difficile combattere i cambiamenti climatici, poiché le risorse che si pensava di destinare a progetti ambientali, dovranno essere dirottate sulla ricostruzione delle macerie. Però se i fondi già stanziati orienteranno gli investimenti in modo sostenibile quando si riparte, se verranno ripensate le catene di fornitura accorciandole, se lo smart working diventerà un modello e non più un obbligo emergenziale, allora potremmo dire che la maledetta piaga ci ha insegnato a entrare in una nuova era.
Fonte: il Corriere della Sera

Il Cibo può essere fonte di trasmissione?
L’EFSA osserva con attenzione la situazione relativa all’epidemia di coronavirus (COVID-19) che sta interessando un gran numero di Paesi in tutto il mondo. Attualmente non ci sono prove che il cibo sia fonte o via di trasmissione probabile del virus.Ha commentato Marta Hugas, direttore scientifico EFSA: “Le esperienze fatte con precedenti focolai epidemici riconducibili ai coronavirus, come il coronavirus della sindrome respiratoria acuta grave (SARS-CoV) e il coronavirus della sindrome respiratoria mediorientale (MERS-CoV), evidenziano che non si è verificata trasmissione tramite il consumo di cibi. Al momento non ci sono prove che il coronavirus sia diverso in nessun modo”.
Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) ha affermato che, mentre in Cina sono stati gli animali la probabile fonte dell’infezione iniziale, il virus si sta diffondendo da persona a persona, principalmente tramite goccioline respiratorie che le persone emanano quando starnutiscono, tossiscono o espirano.
Scienziati ed Enti di tutto il mondo stanno monitorando la diffusione del virus e non si registrano segnalazioni di trasmissione tramite il cibo. Per tale motivo l’EFSA non è attualmente coinvolta nella risposta ai focolai epidemici di COVID-19.
Per quanto concerne la sicurezza alimentare l’Organizzazione mondiale della sanità (#OMS) ha emanato una serie di raccomandazioni precauzionali tra cui consigli di buone pratiche igieniche durante la manipolazione e la preparazione dei cibi, come ad esempio lavarsi le mani, cucinare a fondo la carne ed evitare potenziali #contaminazionicrociate tra cibi cotti e non.Mentre continuano senza sosta le attività di controllo dei Carabinieri del Nas sulla sicurezza alimentare.

Conclusioni e Buone norme
“Insieme ce la faremo. Abbiamo esteso le misure già previste per le aree più critiche a tutto il Paese. Siamo consapevoli di chiedere sacrifici che però sono indispensabili. Ora più che mai è decisivo il contributo di tutti” così in un post su Facebook il ministro della Salute, Roberto Speranza
Essendo una malattia nuova, ancora non esiste un vaccino e per realizzarne uno ad hoc i tempi possono essere anche relativamente lunghi.
Cosa posso fare per proteggermi?
Mantieniti informato sulla diffusione dell’epidemia, disponibile sul sito dell'OMS e sul sito del ministero e adotta le seguenti misure di protezione personale:
-lavarsi spesso le mani. Si raccomanda di mettere a disposizione in tutti i locali pubblici, palestre, supermercati, farmacie e altri luoghi di aggregazione, soluzioni idroalcoliche per il lavaggio delle mani;
-evitare il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute;
-evitare abbracci e strette di mano;
-mantenimento, nei contatti sociali, di una distanza interpersonale di almeno un metro;
-igiene respiratoria (starnutire e/o tossire in un fazzoletto evitando il contatto delle mani con le secrezioni respiratorie);
-evitare l’uso promiscuo di bottiglie e bicchieri, in particolare durante l’attività sportiva;
-non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani;coprirsi bocca e naso se si starnutisce o tossisce;
-non prendere farmaci antivirali e antibiotici, a meno che siano prescritti dal medico;
-pulire le superfici con disinfettanti a base di cloro o alcol;
-usare la mascherina solo se si sospetta di essere malati o se si presta assistenza a persone malate.
Se presenti febbre, tosse o difficoltà respiratorie e sospetti di essere stato in stretto contatto con una persona affetta da malattia respiratoria Covid-19:
-rimani in casa, non recarti al pronto soccorso o presso gli studi medici ma chiama al telefono il tuo medico di famiglia, il tuo pediatra o la guardia medica. Oppure chiama il numero verde regionale. Utilizza i numeri di emergenza 112/118 soltanto se strettamente necessario.
Cordiali Saluti
Riccardo Di Cesare
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